SUICIDA PER TESTAMENTO BIOLOGICO – I M E D I C I NON INTERVENGONO PER SALVARLA
I M E D I C I NON INTERVENGONO PER SALVARLA
SUICIDA PER TESTAMENTO
BIOLOGICO
I M E D I C I
n o n i n t e r v e n g o n o PER SALVARLA
Per la prima volta nel Regno Unito il testamento biologico è diventato
strumento legale per un suicidio. Una donna di 26 anni, Kerrie Wooltorton, di Norwich,
ha ingerito del veleno ed è stata lasciata morire dai medici perché aveva firmato
un “biotestamento” nel quale anticipava la sua volontà di uccidersi e chiedeva di non
essere salvata. Il coroner William Armstrong ha stabilito che la decisione dei medici
è stata saggia, perché «salvare la donna senza il suo consenso sarebbe stato illegale».
(AVVENIRE, 2 OTTOBRE 2009)
Il giovane paziente alla fine della seduta mi saluta e dice: «Dottoressa, Le
devo portare i saluti del signor A.B.».
Sul momento il nome non mi ricorda nulla.
«È il padre della mia ragazza. Quando gli ho detto che venivo da lei,
mi ha incoraggiato. Lei lo ha avuto in cura molti anni fa, era
giovane, aveva 24/25 anni. Era depresso, mi ha detto, ed era
ricoverato».
Un vago ricordo, sempre meno confuso.
Il ragazzo, sorridendo quasi divertito, continua: «Mi ha detto di dirle che è
sposato, ha una bella famiglia, tre figlie. Ed ha anche un magnifico cane
(femmina pure lui!)».
Ora sì che ricordo, nitidamente!
Avevo conosciuto A.B. nel reparto psichiatrico nel quale lavoravo. Vi era stato
trasferito dalla Rianimazione, dove era finito in coma per un tentativo di suicidio.
Gli avevo dedicato del tempo insieme agli altri psichiatri del reparto. Non aveva più
voglia di vivere, ma nessuno pensava certo di aiutarlo a morire. Ora arrivava il grazie,
indubbiamente sereno, di una vita intera nella quale molto era stato costruito.
ELENA VERGANI