Quando lui non se la sente
Primavera 2011. La donna si presenta un lunedì con il foglio dell’IVG in mano e viene accolta dalle due volontarie, che nel lungo colloquio le presentano tutte le possibilità che sono in grado di offrirle se sceglie di non abortire. Sembra convinta, ma due giorni dopo contatta la volontaria del mercoledì, dicendosi pronta ad
abortire venerdì, il giorno fissato. Interviene allora un medico: sembra convinta. Passa il venerdì, non abortisce, però sposta la prenotazione alla settimana successiva. Prendiamo contatti con il padre di questa creatura, ma purtroppo il baldo giovanotto non si “sente” di prendersi un impegno così importante. Ancora illusioni e delusioni, mentre la donna si sente sempre più sola: extracomunitaria, abbandonata, senza un lavoro, come può fare un figlio? Dal suo Paese d’origine arriva anche la notizia di un male molto serio della madre. Passano i giorni, ma i nostri contatti sono sempre intensi e lei decide di mancare pure al secondo appuntamento per l’IVG, benché qualche medico in ospedale sembri quasi, di fatto,incoraggiarla ad abortire. Le viene anche detto che, se ci ripensasse, si potrebbe far passare l’intervento per aborto terapeutico fino alla 20ª settimana. Però intanto qualcosa di positivo si muove: arriva l’approvazione del Progetto Gemma, la donna è riuscita a portare a termine positivamente il corso delle “150 ore” (importanti per rinnovare il permesso di soggiorno), ha trovato un lavoretto da tre ore al giorno come aiuto ad una persona anziana e il M.p.V. ha offerto il suo alloggio. Ad aiutarla nel trasloco c’erano un gruppo di amici, suoi compagni di scuola, di cinque nazionalità diverse.
E finalmente ad agosto, quando tutti sono beatamente in ferie, ecco che nasce un bellissimo bimbo con gli occhi azzurri e i capelli biondi che è la gioia della sua mamma, della nonna d’oltreoceano e di tutti noi che ancora una volta siamo riusciti a far prevalere la vita.
Le volontarie di Promozione Vita